L’essere e il “non”. La funzione delle polarità (2019)
L’ESSERE E IL “NON”. LA FUNZIONE DELLA POLARITÀ
“Dunque ogni cosa che è e che viene realizzata, è circondata da un non. È inimmaginabile senza un non che gli appartenga. Ma il “non” è efficace. Non è un nulla, è solo un “non”. Se dunque disprezzo ciò che per il mio essere è il “non”, allora il non toglie qualcosa a ciò che è. Se una donna prende una decisione in favore della carriera e contro la famiglia e i figli, ma in modo tale da disprezzare e denigrare famiglia, figli e marito, allora questo “non” toglie qualcosa a ciò che lei ha scelto. Così questo diminuisce. Viceversa, se il “non”, che lei lascia per amore della sua carriera, viene da lei ugualmente rispettata come qualcosa di grande, allora questo “non” apporta qualcosa in più a ciò che lei ha scelto. Che diventa più grande e cresce”. (Bert Hellinger, 2013, pag. 44)[1]
Quello che noi percepiamo rispetto al nostro essere, quello con cui ci identifichiamo, è un aspetto che ha in sé una polarità, probabilmente, non portata alla luce. Se è vero che io sono controllata/controllante, ordinata, metodica, è altrettanto possibile che mi appartenga anche un aspetto legato alla leggerezza, alla confusione, al disordine, alla possibilità di vivere le cose così come vengono. Entrambe le parti sono fonti di energia e privarsi dell’una o dell’altra, ci priva di una parte dell’energia a queste legata, di tutta l’energia che, originariamente, ci appartiene, della possibilità di vivere il nostro Essere con la creatività, la totalità, la complessità, che ci caratterizza. La parte caotica e disordinata, vissuta come negativa, ha in sé un’energia, una potenzialità, equivalente all’aspetto polare, ordinato, controllato, metodico. E, come sostiene lo Psicoanalista B. Hellinger, “se disprezzo ciò che per il mio essere è il non, allora il non toglie qualcosa a ciò che è” (ibidem)
[1] Prima edizione nell’ “Universale Economica”- Saggi, Settembre 2013. Titolo dell’opera originale “ORDNUNGEN DER LIEBE”, 1998