Il passato che uccide il presente. (2019)

IL PASSATO CHE UCCIDE IL PRESENTE.

La Terapia dell’EMDR sul “pilota automatico”. Vorrei, ma non posso

 

Quanto segue sono i contributi di Francine Shapiro e coll. sull’EMDR[1] (Eye Movement Desensitization and Reprocessing; Desensibilizzazione e Rielaborazione attraverso i Movimenti oculari), nel trattamento di vissuti traumatici, non  elaborati, siano questi eventi unici, con la T maiuscola, e/o eventi continui, ripetuti, relazionali, con la t minuscola[2].

Porto ad esempio due casi clinici trattati con EMDR.

F., una donna attraente e intelligente inizia la terapia, chiedendo di lavorare sulle sue infelici scelte sentimentali, in quanto si va a cercare sempre uomini impegnati in altre relazioni o, emotivamente, non disponibili. Questi, prima o poi, cercano di interrompere la relazione con F., inducendola a supplicarli di non andare via e portandola a vissuti di angoscia e disperazione, quando, nonostante tutto il suo impegno, se ne vanno.

  1. ha 31 anni e vuole trovare un compagno, con cui costruire una famiglia o, quantomeno, imparare a gestire, serenamente, le separazioni e le disilluse aspettative.

Vissuti traumatici non elaborati possono innescare e alimentare il disagio di F., attraverso comportamenti, pensieri, emozioni, sensazioni, convinzioni negative, di cui non abbiamo il controllo  e che, come sostiene la Shapiro, fanno sì che la nostra vita “viaggi col pilota automatico”.

Questo accadeva a F. che, non riconoscendo il peso della separazione dei suoi genitori all’età di 12 anni, entrambi emotivamente e costantemente distanti e centrati sui loro problemi di coppia, riproponeva nel presente, automaticamente, senza controllo, il copione appreso in  passato, cercando di riparare alle mancanze che le avevano fatto tanto male, attraverso relazioni con uomini assenti, tanto quanto lo erano stati i suoi genitori per lei.

In questo modo, il passato può uccidere il presente, privando F., come tante altre persone, della possibilità di vivere serenamente e in maniera Adulta le relazioni sentimentali  o di altra natura.

Nel caso di G., per esempio, ogni volta che incontrava uno dei suoi alunni, con cui precedentemente aveva discusso, a causa del suo atteggiamento indisciplinato e offensivo, veniva inondato da una rabbia e un fastidio tanto forti da impedirgli di portare avanti una comunicazione funzionale per entrambi. Anche qui, il passato era nel presente;  G., a 43 anni, temeva di essere sopraffatto dal suo alunno, così come accadeva, durante gli anni delle scuole elementari e medie, quando non riusciva a gestire le offese e i soprusi dei suoi coetanei, di cui era vittima.

L’approccio EMDR è un approccio terapeutico integrativo, distinto in 8 fasi, di cui la stimolazione bilaterale (movimenti oculari, tamburellamenti, toni uditivi) è una di queste, finalizzato alla rielaborazione e all’integrazione di esperienze passate traumatiche che stanno alla base dei disagi esistenziali e relazionali.

“La persona che riceve la terapia EMDR non solo affronta i sintomi più evidenti di un problema, ma può anche pervenire a un ampio raggio di cambiamenti che influiranno su tutti gli ambiti della sua vita… Modificare i ricordi che hanno plasmato il nostro modo di vedere noi stessi modificherà anche il modo in cui vediamo gli altri… A seguito dell’elaborazione EMDR, nel corso della seduta, possono essere rapidamente istituite connessioni interne, che si manifestano in cambiamenti positivi delle emozioni, intuizioni, nuovi ricordi e una migliore comprensione dei problemi della vita”. (Shapiro, 2012, pp. 31-33).

Questo è quanto accaduto a F. e a G. che, in seguito a una terapia, in cui si è utilizzato anche il trattamento EMDR, hanno riconosciuto e ri-elaborato l’influenza degli eventi passati nel presente, decidendo per nuove e più funzionali scelte.

Una spiegazione neurofisiologica, dedotta dagli studi pubblicati negli ultimi 23 anni (849 soggetti)[3], è che ognuno di noi possiede un sistema innato, fisiologicamente orientato alla salute, all’elaborazione delle informazioni, in un’ottica di autoguarigione. L’evento traumatico, pertanto, è tale quando rimane isolato dal resto della rete neurale, non integrandosi al sistema innato, che spinge ognuno di noi verso l’autoguarigione. La consapevolezza e la rielaborazione dell’evento, allontanato dalla coscienza, diventa, dunque, un presupposto, per  la salute psichica, per una vita in cui, pur riconoscendo l’influenza del pilota automatico, siamo noi a scegliere.

”Le rose sono rosse, a volte. E le viole non sono blu, anche se la nostra mente ci dice il contrario” (ibidem, pag. 42).

Note

[1] “Lasciare il passato nel passato. Tecniche di Auto-Aiuto nell’EMDR”, Francine Shapiro, 2012. Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma (Trad. It. Angelina Cunsolo, 2013)

[2] TRAUMA DSM 5: TRAUMA PER OMISSIONE (trascuratezza, incuria); TRAUMA PER ABUSO (fisico, sessuale, patologico, emotivo)

[3] American Psychological Association; International Society for Traumatic Stress Studies (ISTSS); Veterans Healtf Affairs e Ministero della Difesa U.S.A.; American Psychiatric Association; National Institute for Clinical Excellence (NICE)-UK